LA STORIA
Il Santuario del SS. Crocifisso del Sacro Monte di Brienza è situato a Brienza (Basilicata, provincia di Potenza) ed è uno fra i più antichi Santuari dell' Italia meridionale e meta di tanti pellegrinaggi sin dal 1238. Il Sacro Monte è situato nel Parco dell'Appennino Lucano Val D''Agri- Lagonegrese, con una vista mozzafiato sulla Valle del Melandro.
L'istituzione della cappella sull'omonimo Monte risale al 1238 quando, a seguito di un miracolo avvenuto nei paraggi, il popolo di Brienza in segno di devozione e riconoscenza costruì la piccola chiesa al SS. Crocifisso. Né le motivazioni, né il luogo furono scelti a caso: il monte più alto, dove apparve il SS. Crocifisso ai poveri pastorelli, diventò il luogo ideale dove pregare e rendersi più vicini al Signore. E' davanti a questa povera gente che il Cristo Miracoloso diede il suo primo segno di una lunga serie di grazie e miracoli a tutti i locali contadini e braccianti che si recavano sul Sacro Monte prevalentemente per la pastorizia e le attività forestali.
Un'altra versione tramandata oralmente fa risalire la fondazione della cappella a seguito di un' antica usanza di trasportare in pellegrinaggio fino alla cima del Sacro Monte, nei periodi della transumanza, una vetusta reliquia della S. Croce di Cristo, che giunse a Brienza direttamente dalla Terra Santa per le mani di un fedele brienzano.
La reliquia veniva posta nella grotta in cima al Monte, una cavità naturale attorno alla quale si costruisce l'intero Santuario, attualmente visibile nella zona dell'abside. I pastori dunque erano soliti fermarsi in preghiera dinanzi a tale reliquia per tutto il periodo estivo, per chiedere protezione dalle tempeste e dai malanni che affaticavano la vita di allora.
Di lì a poco, il Monte divenne un luogo nel quale si verificarono segni prodigiosi, guarigioni e miracoli.
Fu quindi per ricordare questi eventi prodigiosi e trovare conforto dai propri affanni quotidiani che i brienzani eressero quel primo tempietto: così pellegrini da ogni dove cominciarono ad affollare quel luogo, tanto che intorno al 1375, per iniziativa di un cittadino brienzano, Antonio Menafra, fu istituito il “subpatronato del Crocifisso”, una associazione laica che si prefiggeva lo scopo di sostenere e diffondere il culto del Crocifisso.
Successivamente la reliquia della S. Croce venne sostituita da un Crocifisso ligneo scolpito fra il '600 e il '700 dallo scultore Domenico Labriola. L'immagine del SS. Crocifisso veniva trasportata a spalla fino alla cima del Sacro Monte e lasciata lì esposta, alla pietà dei fedeli nello stesso luogo della reliquia, dal 3 maggio (festa dell' Invenzione della S. Croce) fino al 14 settembre (giorno della festa dell' Esaltazione della S. Croce).
Del 1659 è il primo intervento documentato sulla cappella del Crocifisso, quando, come testimonia l’iscrizione posta sull’architrave della porta di ingresso, fu ristrutturata presumibilmente per rendere grazia a Dio dello scampato pericolo costituito dalla pestilenza del 1656 o del rovinoso terremoto del 1646.
Con atto del notaio Antonio Bruno di Brienza, il 10 novembre 1759 la concittadina Laura Labriola donava alla Chiesa un cofanetto contenente una sacra reliquia del legno della Croce, autenticata dal sigillo delle autorità vaticane.
L' attenzione e la devozione per il SS. Crocifisso crescevano ormai da tempo sempre più e aumentavano soprattutto nel cuore dei brienzani.
Il 14 luglio del 1814 S. E. Paolo Garzilli, Vescovo di Marsico e Grumento dichiarò “il monte dove trovasi eretta tal cappella, Monte Sacrato” e, successivamente il 24 luglio del 1815 “dal Sommo Pontefice Pio VII la Cappella fu aggregata alla Basilica di Santa Croce di Gerusalemme in Roma… e di conseguenza gode di tutte le indulgenze addette alla su menzionata Basilica, quanto a tutte le altre Chiese del medesimo Ordine, non solo ma altresì in questo Santo Luogo si acquistano quelle indulgenze che potrebbe uno acquistare visitando i Luoghi Santi di Gerusalemme”.
Va ricordato che nel 1938, dal 13 al 18 settembre fu celebrato solennemente il settimo centenario della fondazione del Santuario con il “Il Congresso Eucaristico Parrocchiale”, tenutosi nella chiesa della Santissima Annunziata alla presenza di numerose personalità civili e religiose.
Cinque anni prima la Cappella del Crocifisso era stata al centro delle celebrazioni per il “XIX centenario della umana redenzione” (33 d.C – 1933).
Il 14 settembre 2000 mons. Ennio Appignanesi, arcivescovo metropolita di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo ha confermato il titolo di Santuario Diocesano al SS.mo Crocifisso di Brienza.
IL SANTUARIO
Il Santuario del SS. Crocifisso è posto sul Sacro Monte omonimo a 1100 metri sul livello del mare e domina imponente la adiacenti Valle del Melandro, Vallo di Diano e Val D'Agri.
Lo stile del Santuario è molto difficile da definire in quanto ha subito nel corso dei secoli molti restauri: il più recente risale agli anni 20-30 del 1700, periodo nel quale la cappella venne decorata di affreschi, stucchi e gessi tipici dell'epoca. L'antica struttura medievale, tuttavia, conserva ancora il suo antico splendore assieme allo snello campanile che pare toccare il cielo, la cui campana risuona per tutte le valli circostanti e richiama i pellegrini al cospetto della venerata immagine del Crocifisso Miracoloso.
La facciata del Santuario è molto lineare e disadorna: di particolare interesse sono alcune nicchie laterali, ovvero le ultime stazioni della via crucis e una lapide incastonata sul portale che riporta incisa la data 1659, quando il popolo di Brienza e tutti i pellegrini e devoti al SS. Crocifisso del Sacro Monte furono graziati dalla terribile epidemia di peste nera.
Gli interni del Santuario sono un prezioso scrigno di arte, con affreschi e stucchi di notevole pregio.
Appena entrati si resta subito colpiti dal particolare soffitto in tavolato azzurro realizzato negli anni '50, con delle decorazioni romboidali a forma di stelle e al centro del quale è incastonata una colomba, simbolo dello Spirito Santo.
Proseguendo verso il centro della cappella, si notano due altari laterali, con decorazioni in gesso e due tavolati in rame dipinti che, rispettivamente a sinistra e a destra, raffigurano Maria Addolorata (1879) e Gesù nell'orto degli ulivi (1874).
L'altare maggiore, sul fondo della navata, è decorato da un grande affresco raffigurante la Pietà e risalente al 1733.
Di probabile attribuzione al pittore locale Pietro Giampietro e realizzato in occasione del settecentenario dell'Umana Redenzione, tale affresco rimase coperto fino agli anni '80 da un tavolato dipinto raffigurante la stessa Pietà e trafugato recentemente. Il tavolato, attribuito a Leonardo Giampietro, risaliva al 1765 e raffigurava il "Trasporto delle spoglie di Gesù al sepolcro". Entrambe le opere d'arte facevano da sfondo all'immagine del SS. Crocifisso.
L' affresco, tutt'oggi visibile grazie a un recente restauro, descrive il momento in cui Maria accoglie sul suo grembo le spoglie di Gesù appena deposto dalla Croce.
Gesù giace in grembo alla Madre accoccolata ai piedi della Croce che si proietta su uno sfondo cupo , dai minacciosi nuvoloni, arrossati da un sole corrusco cerchiato come in eclisse. La Vergine è raffigurata con uno sguardo muto e di trafiggente dolore: sostiene il Figlio, piagato e inerme, col costato squarciato e, in segno di rassegnata disperazione, tende la mano sinistra.
Volgendo lo sguardo in alto, verso la volta dell'altare, vi si trova affrescata l'Ascensione di Nostro Signore, attribuibile al pittore locale detto il Pietrafesa e probabilmente risalente alla seconda metà del '600.
Originariamente vi si trovata un affresco del 1300 raffigurante la Passione, che andò completamente distrutto durante il terremoto del 1857. L'intera volta del Santuario, fino a tale evento sismico, era decorata da un ciclo di affreschi raffiguranti le scene della Passione che culminavano nell'abside.
Di particolare interesse all’interno del ciclo di affreschi della volta a botte è la raffigurazione di sette cardinali vestiti con il tipico cappello cardinalizio e collocati sotto delle colonne che richiamano il porticato del Bernini in piazza San Pietro.
Secondo alcune testimonianze da parte di anziani burgentini, in passato (probabilmente fino alla prima metà del ‘900) vi era usanza che sette cardinali da Roma alloggiassero nelle stanze della foresteria del Santuario durante i giorni dell’ottavario della festa di settembre. In questo periodo, infatti , si potevano lucrare delle particolari indulgenze in virtù della bolla papale del 1815.
La Sacra Effigie del SS. Crocifisso del Sacro Monte di Brienza è oggi esposta sul lato destro della navata, a fianco dell'altare principale. Negli ultimi anni, infatti, per evitare l'ulteriore deterioramento dell'affresco presente nell'altare principale, ove veniva posto originariamente il SS., si è deciso di porre la venerabile immagine su un poggio in ferro battuto che permette ai fedeli un contatto più diretto.